Il sangue di San Gennaro

Caro direttore,
Il gesto di profonda amicizia di S. Gennaro nei confronti dei propri amici cristiani, imprigionati a Pozzuoli nel 305 d.C. - andrà da loro da Benevento per sostenerli - coincide con l’affermazione del significato nuovo e vero della storia. E’ l’affermazione di un nuovo modo di giudicare le cose, di un nuovo modo di fare e di una affettività nuova. S.Gennaro darà la sua vita per i propri amici per amore a Cristo. Il Suo sacrificio che da più di 1700 anni ricordiamo, è diventato il punto di riferimento per un popolo, il punto da cui si può ripartire. Un avvenimento eccezionale così colpisce, perché indica che S.Gennaro non è semplicemente la figura del patrono da venerare, ma una vita che riaccade rigenerando il nostro popolo. E' una luce nuova non "artificiale" come ha detto Papa Francesco qualche giorno fa: "si può conoscere tutto, si può avere scienza di tutto .......... Ma la luce di Gesù è un’altra cosa. Non è una luce dell’ignoranza, no! E’ una luce di sapienza e di saggezza, ma è un’altra cosa che la luce del mondo. La luce che ci offre il mondo è una luce artificiale, forse forte - più forte è quella di Gesù, eh! - forte come un fuoco d’artificio, come un flash della fotografia. Invece, la luce di Gesù è una luce mite, è una luce tranquilla, è una luce di pace, è come la luce nella notte di Natale: senza pretese".
Una luce sulle cose nuova, questa è la luce che si può diffondere nella nostra città , diversa da quella artificiale della fotografia o della falsa politica, che riduce gli avvenimenti che incombono a fatti che ci sono estranei finché non minacciano la nostra tranquillità. Guardare la realtà dal prodigio di San Gennaro vuol dire che  la confusione in cui viviamo (crisi, mancanza di lavoro, incertezza del futuro, paura, ecc) può essere una occasione unica per imparare uno sguardo nuovo e riprendere la memoria delle nostre radici e della nostra storia. Questa è la sfida che viene dal prodigio di San Gennaro: una possibilità di costruzione e di bene  per tutti in una città spesso abbandonata da tutti nelle incertezze e nelle contraddizioni.
Il sangue che si "scioglie" di San Gennaro non ha nulla di spiritualistico, ma e' una sfida a vivere ogni condizione, di disagio o di lavoro, educandoci alla certezza che vi è sempre una Presenza che agisce per il bene. Una Presenza più forte di quella che tesse subdolamente il male, che ci consiglia di non rischiare, di non aspettarci più nulla. Invece la realtà ci chiede di rimetterci in moto, di rimettere in moto il nostro cuore  per una nuova responsabilità e  costruzione di una  socialità  in cui poter cominciare  per davvero a vedere le cose con una rinnovata speranza.
 Antonio Romano - Fondazione R. Guardini 

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