Scelta d’autore

Durante la parte finale dello scorso anno scolastico ho consigliato ai miei studenti alcune letture da svolgere nel tempo libero, lasciando ai ragazzi, come è mia abitudine, na facoltà di scelta all'interno di un ampio ventaglio di opzioni.
Tale "Invito alla lettura" si è in realtà articolato in due momenti, dei quali quello, canonico, in cui l'insegnante stimola gli allievi a leggere, ha costituito soltanto una prima fase. Al rientro dalle vacanze estive, infatti, i ragazzi ed io abbiamo dedicato i nostri primi incontri ad una discussione sui testi affrontati nei mesi di pausa didattica, di modo che - e siamo al secondo momento dell' "Invito alla lettura" - potessero ora essere gli studenti a stimolarsi reciprocamente, senza alcun intervento del docente, ad approcciare questo o quel libro.
Una volta terminate le lezioni dedicate alla discussione ed al dibattito, ho chiesto a ciascuno studente di produrre un elaborato che mi consentisse di rendermi conto, non necessariamente ai fini di una valutazione intesa more antiquo, cosa il libro avesse "detto", raccontato, suggerito, e soprattutto lasciato, al ragazzo. Ho sempre pensato, sulla scia di quanto appreso da grandi Maestri, che fosse mio compito formare i ragazzi alla (e sulla) lettura dei testi, il solo tramite di cui disponiamo per maturare una conoscenza non superficiale di un autore, di un'epoca, di una civiltà: e sempre ed ancora attraverso i testi chiedo agli alunni di raccontare i testi stessi, servendosi delle parole dell'autore per introdurre l'autore, delle parole del libro per raccontare il libro. Ecco dunque che gli elaborati dei quali parliamo, lungi dall'essere schedature, recensioni, relazioni, si configurano piuttosto come una costante ripresa di brani, parole, singole frasi, combinando le quali lo studente esprime ciò che la lettura gli ha trasmesso. Tale prassi, sia detto per inciso, vuole anche provare ad alzare un argine fra i ragazzi e la quantità impressionante di informazioni che su qualsiasi prosatore, poeta, testo, essi possono reperire in rete, con il conseguente rischio di farne un uso acritico e quindi sterile: la rifunzionalizzazione di un sistema di citazioni testuali all'interno di un elaborato che sia a) personale e b) dotato di senso e coerenza, risulta invece pressoché impossibile se si prescinde dalla lettura dell'opera dalla quale le citazioni sono tratte.
Una concezione che direi "moderna" della rilettura personale di un'opera non poteva certo prescindere dall'utilizzo delle risorse più utili, e qualitativamente più raffinate, che la tecnologia mette a disposizione degli studenti del nuovo millennio: in tal senso un aiuto quasi imprescindibile viene da risorse come Adobe Slate (Spark Page). Parliamo di una app che non si limita a fornire risorse grafiche accattivanti, ma consente di far confluire nel lavoro, gestendoli in modo agile, contenuti assai numerosi: molto interessante, al riguardo, la possibilità di inserire link che, aprendo finestre su altri siti, creano una fecondissima osmosi di dati, realizzando quella che direi una sorta di intertestualità informatica. L'aspetto sul quale voglio qui insistere è però un altro, e si riferisce alla facoltà che Adobe Spark Page offre allo studente di esprimere la propria creatività: la scelta di accostare determinate immagini ad un dato testo - o a porzioni di esso -, oltre ad aiutare il ragazzo ad affinare la propria sensibilità estetica ed artistica, nel contempo lo mette in condizione di chiarire quale sia la sua personale lettura, rilettura, interpretazione delle pagine con cui si è confrontato.
Il tutto senza mai venire meno all'unico dogma al quale mi ispiro senza deroghe e che mi sento di imporre ai miei allievi, il dogma del rigore filologico, del rispetto del testo e della correttezza formale (una virgola, se necessaria, va inserita!) tanto nella propria esposizione quanto, anche, nella presentazione di ciò che si va di volta in volta a citare.
Emilia Notaro

 

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